Shen: mente, psiche, emozioni in medicina cinese

Per chi si avvicina alla medicina cinese, spesso uno dei concetti più difficili da capire appieno è quello di shen: questa parola, che spesso viene tradotta in modo riduttivo con “mente” o “spirito”, riunisce infatti in sé una serie di concetti che il nostro pensiero occidentale è sempre stato abituato a tenere separati.

Shen: tre livelli concentrici

Se esaminiamo il significato che è stato dato alla parola “shen” in cinese, vediamo innanzi tutto che ha tre diverse accezioni:

  1. ciò che anima la natura, la forza creante e motivante che la pervade
  2. la manifestazione esterna della vitalità della persona, che si esprime attraverso vivacità dello sguardo, brillantezza degli occhi, aspetto “sano e vitale” della lingua, chiarezza della parola, buona qualità dell’incarnato, presenza mentale…
  3. l’insieme delle funzioni “sottili” del corpo, legate a pensiero, sensazione, coscienza, emotività…

I significati utilizzati in medicina cinese sono il secondo (è un parametro importante per la valutazione energetica) e il terzo, quello su cui ci concentreremo oggi.

 

Il nostro legame con l’aspetto “sottile”

Da dove deriva, quindi, il terzo significato? Se si analizza l’etimologia del carattere shen (神), si può notare che è composto di due parti: la componente (radicale) di destra, che ha valore fonetico (pronuncia: shen) e che significa “estendere” e la componente (radicale) di sinistra, che come carattere a sé stante si pronuncia shi e di per sé significa “presagio”, “manifestarsi” o anche “proclamare”. La forma antica di questo carattere (utilizzata nel II millennio a.C. sulle cosiddette ossa oracolari) poteva essere scritta in due modi, come indicato nella figura sotto: uno era la rappresentazione di un altare con sopra un’offerta per gli antenati e l’altro simboleggiava qualcosa che viene dal cielo. In ogni caso, stava a indicare un legame con qualcosa di “sottile”, di altro da noi e anche con le generazioni che ci precedono.

 

shen

 

La parola shen in medicina cinese indica quindi tutto ciò che non è prettamente fisico e che non è prettamente funzionale, ma che ha comunque a che fare con entrambi questi livelli: un aspetto che potremmo definire “sottile” o più “etereo”, ma che non è un riferimento a qualcosa di disincarnato o distaccato dal corpo e dalle sue funzioni. In medicina cinese, diremmo che è una sostanza molto yang: non la posso vedere, non la posso toccare, non ha una sede ben determinata perché è espansa, è molto reattiva, tende a stare in alto (leghiamo mente / psiche ed emozioni a testa e cuore) ed è portata a interagire con l’esterno (ambiente, stimoli, persone, situazioni…).

Come sempre, lo yang non può essere separato dallo yin: lo shen della persona non potrebbe esistere senza la sua base materiale, ossia il corpo. Questa relazione yin-yang è così importante che in medicina cinese si ritiene che lo shen possa espletare appieno le sue funzioni e restare legato alla persona solo se è nutrito e ancorato dal sangue, sostanza yin che ne controbilancia la tendenza a salire verso l’alto ed espandersi all’esterno. Nella visione cinese, infatti, lo shen circola assieme al sangue, che lo veicola in tutto il corpo e ci permette quindi di raccogliere sensazioni e di sentire reazioni alle emozioni in tutte le nostre parti fisiche.

 

Shen: mente, psiche, spirito o emozionalità?

Come possiamo quindi definire lo shen in italiano? Personalmente, credo che non sia possibile farlo con una parola sola: è molto più corretto considerarlo l’insieme dei nostri aspetti mentali, emotivi, psicologici e spirituali e continuare a utilizzare la parola cinese, che è inequivocabile e riassuntiva (un po’ come per il concetto di qi o energia-materia-informazione).
Se vogliamo capire meglio di cosa stiamo parlando, ecco un elenco non esaustivo dei vari aspetti che ne fanno parte:

  • pensiero razionale
  • pensiero irrazionale
  • riflessione, elaborazione
  • apprendimento
  • memoria
  • coscienza e autocoscienza
  • sensazioni fisiche
  • percezioni corporee e sensoriali
  • propriocezione
  • riflessi istintivi
  • inconscio
  • capacità di provare emozioni
  • capacità di relazione con gli altri
  • capacità di empatia
  • introspezione
  • contatto con l’“altro da sé”
  • componente spirituale
  • intuizione, intuito, “sesto senso”
  • capacità progettuale
  • capacità di astrazione
  • capacità di essere “qui e ora”
  • capacità di essere presenti a se stessi
  • volontà, decisione
  • coerenza, senso del giudizio
  • istinto di sopravvivenza
  • istinto di conservazione della specie
  • … … …

Quello che per noi è interessante notare è che il concetto di shen non comprende solo gli aspetti mentali, ma anche quelli più legati al corpo: le sensazioni, le percezioni sensoriali, i riflessi istintivi (come quello di ritrarre la mano quando tocchiamo qualcosa di molto caldo) sono infatti funzioni dello shen, che si svolgono su un piano diverso da quello del pensiero o da quello della spiritualità. Questo sottolinea ulteriormente il fatto che per la medicina cinese non è possibile separare nettamente corpo e mente, perché sono due aspetti strettamente intrecciati e interdipendenti della stessa realtà: la persona.

Da questo possiamo dedurre quanto sia impossibile per la medicina cinese prendersi veramente cura del corpo senza occuparsi almeno un minimo dello shen o trattare lo shen senza interagire con la componente fisica.

Anche le emozioni sono legate allo shen: non ne fanno parte (per la medicina cinese infatti sono fisiologici movimenti del qi in reazione agli stimoli che percepiamo), ma la nostra possibilità di percepirle completamente o parzialmente, esprimerle, trattenerle o reprimerle, approvarle o disapprovarle, analizzarle, interiorizzarle, esteriorizzarle, integrarle, viverle, riviverle, lasciarle andare dipende dalle caratteristiche del nostro shen e dal suo equilibrio.

 

shen

Shen: uno o… molti?

Com’è possibile integrare concettualmente tutti questi aspetti così diversi e, a una prima lettura, contrastanti in un unico concetto? Per la medicina cinese non è un problema, perché non considera lo shen una sostanza “monolitica”, ma come un insieme unitario di cinque sfumature diverse, ognuna legata a un organo e a un elemento. Ogni “sfumatura” (chiamata shen dell’organo a cui è legata) copre un ambito diverso e agisce quindi a livelli e con modalità differenti.

Il nostro shen personale, infatti, fa la sua comparsa al momento del concepimento: quando il jing del padre e il jing della madre (“essenze”: vedi l’articolo 精 – jing, ovvero la nostra “quintessenza”) si uniscono, origina contemporaneamente tutto ciò che è indispensabile allo sviluppo della nuova vita: il jing del nascituro, il suo qi originario (yuanqi, che serve ad attivare e mantenere la divisione cellulare e la vita dell’embrione fino al momento in cui si impianterà nell’endometrio e trarrà il suo nutrimento principalmente dal sangue materno) e il suo shen. Jing, qi e shen resteranno le sostanze fondamentali dell’essere umano per tutta la sua vita, differenziandosi e maturando dopo la nascita.

Man mano che il sistema degli organi e dei visceri si forma e diventa attivo, infatti, lo shen assume nuove sfaccettature e nuove funzioni: se nella vita intrauterina sono prevalenti le funzioni relative a riflessi e movimenti istintivi (po, legate al polmone) e alla relazione con gli altri (hun, legate al fegato), dopo la nascita prendono forma anche gli aspetti legati alla milza (yi) e al rene (zhi) e la capacità del cuore di armonizzarle tutti (shen per antonomasia). Ecco quindi che con la crescita e la maturazione l’essere umano diventa in grado di vivere appieno tutte le funzioni del suo shen, da quelle più primordiali e “materiali” a quelle più “sottili” ed elaborate.

L’equilibrio fra questi aspetti così diversi è dato sia dall’armonia del cuore (che dev’essere “vuoto”, ossia libero da ostacoli), sia dal bilanciamento all’interno del ciclo dei cinque elementi, in cui nessuno deve prevalere sugli altri né essere “lasciato indietro”.

A differenza di quello che pensiamo solitamente, quindi, così come non esistono emozioni migliori di altre non ci sono nemmeno aspetti del nostro insieme psicologico-mentale-emotivo da esaltare o da trascurare, perché tutti sono ugualmente importanti per il nostro benessere sia a livello dello shen che a livello fisico.

Per un’analisi dei cinque shen legati agli organi, ecco i nostri articoli di approfondimento:

Se ti interessa capire meglio il delicato equilibrio della nostra vita interiore dal punto di vista della medicina cinese, puoi leggere anche Il Dao delle emozioni. Lasciar fluire, lasciare scorrere.

 

Francesca Cassini
Operatrice e insegnante di tuina

 

Ultima revisione: 22/11/2018

Medicina Cinese News

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2 pensieri riguardo “Shen: mente, psiche, emozioni in medicina cinese

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