Prolasso in medicina cinese: quando l’energia “non tiene”
Wikipedia ci spiega che in medicina occidentale con il termine prolasso si intende
“la fuoriuscita di un organo dalla sua sede naturale (…) solitamente a causa del rilasciamento dei normali mezzi di fissazione dell’organo”
In questo articolo cercheremo di capire cosa rappresenta il prolasso in medicina cinese da un punto di vista strettamente energetico.
Infatti, quelle che in medicina occidentale siamo abituati a chiamare “malattie” sono considerate, dalla medicina cinese, manifestazioni di squilibri energetici a carico di Organi, Visceri (Zang fu) o Meridiani, singolarmente e nella loro complessa interrelazione.
Anche il prolasso rientra in questa logica ed è manifestazione, quindi, in modo particolare, di un determinato tipo di squilibrio energetico.
Cerchiamo di rispondere a queste domande con la medicina cinese:
- qual è l’organo responsabile del prolasso?
- da che dipende il prolasso da un punto di vista energetico?
- cosa consiglia la medicina cinese per prevenire il prolasso o per ridurne il manifestarsi?
Il prolasso come “cedimento”, incapacità di contenere e sostenere verso l’alto
Da un punto di vista generale, il prolasso rappresenta una sorta di cedimento del tono muscolare.
A causa di questo cedimento diminuisce la “capacità di contenere” e di sostenere (per esempio gli organi interni) opponendo resistenza alla forza di gravità.
Ne risulta un vero e proprio “cedere”, con manifestazioni di “caduta verso il basso”.
In presenza di un prolasso viene, in sostanza, meno l’energia che permette all’organismo di mantenere gli organi e i visceri interni nelle loro sedi.
Questa energia è, in particolare, quella di Milza-pancreas (d’ora in poi Milza), radice del cielo posteriore, fonte del Qi e del Sangue.
In medicina cinese la Milza è l’organo Zang deputato a mantenere la forma e a sostenere.
Essa ha un ruolo decisivo anche il mantenimento de Sangue nei vasi (anche questa è una forma di contenimento e di “mantenere la forma”). Ha, inoltre, un ruolo decisivo per il mantenimento della tonicità e funzionalità muscolare.
Milza e la sua funzione di “tenere insieme”
Milza sostiene e nutre gli Organi. Nutre anche tutti i tessuti del corpo, grazie alla sua capacità di estrarre energia dagli alimenti (Gu Qi) e trasportarla nel corpo.
Milza controlla i muscoli e i quattro arti
Se l’energia di Milza è forte, tutti muscoli vengono nutriti e sono forti.
Se l’energia di Milza è debole, anche i muscoli saranno deboli. La persona si sentirà stanca e potrà avere manifestazioni di atonicità e atrofia.
Quando l’insufficienza è molto grave, diventa per i muscoli impossibile sostenere il peso del nostro corpo e si possono avere manifestazioni di cedimento vero e proprio.
Fisiologia ascendente di Milza
Un aspetto che rende Milza centrale nel “mantenere in sede” i nostri organi è la sua fisiologia ascendente.
Milza dirige l’energia estratta dagli alimenti (Gu qi) verso l’alto, al Polmone, affinché prosegua il processo di estrazione e trasformazione di energia grazie alla combinazione con l’aria inspirata dal Polmone stesso.
La salita del Qi di Milza ha azione di “sollevamento”.
Se il Qi della Milza è debole diminuisce anche la sua funzione di “far salire il Qi” e potrà esserci prolasso degli organi e dei visceri (utero, stomaco, vescica, retto…).
Deficit del Qi di Milza
I quadri energetici in una condizione di prolasso possono essere molteplici ma includono generalmente un grave Deficit del Qi della Milza.
Quando parliamo di Deficit di Qi in medicina cinese parliamo in linea generale di una perdita di forza e di energia vitale.
Quando questa perdita è ingente parliamo di “crollo” del Qi e si possono avere manifestazioni anche molto importanti. Nel caso del crollo del Qi di Milza: sensazione di pesantezza all’addome
- senso di stanchezza costante
- scarso appetito
- feci molli-malformate
- prolasso
- lingua pallida, polso debole (indicazione per operatori)
Cosa fare?
L’approccio più adeguato in presenza di quadri come il crollo del Qi della Milza è, indubbiamente, quello rivolgersi ad un medico-operatore di medicina cinese.
In questo caso si potrà avere una valutazione energetica accurata ed un piano di trattamento energetico adeguato (agopuntura, tuina, fitoterapia) che per quanto riguarda le indicazioni personalizzate in tema di alimentazione energetica (dietetica cinese) e altro (qi gong, ginnastica energetica).
Il crollo del Qi di Milza è, infatti, una condizione che richiede un intervento mirato da più punti di vista e che richiede anche il coinvolgimento del diretto interessato.
Questo, del resto, accade spesso quando si ricorre alla medicina cinese.
Con la medicina occidentale siamo abituati all’idea che basti assumere un farmaco per “guarire”. La medicina cinese ha un approccio molto diverso che spesso richiede la consapevolezza del diretto interessato e l’impegno per cambiare alcune abitudini che nel tempo hanno condotto al problema che si sta lamentando.
In questo scenario, il problema (o “malattia”) è ritenuto l’ultimo anello di una lunga catena, come fosse la conseguenza ultima di una serie di situazioni/azioni compiute anche in molti anni (a volte una vita intera).
In presenza di un grave deficit di Milza, l’alimentazione è uno dei primi fattori da prendere in considerazione.
Andranno favoriti alimenti in grado di sostenere il Qi della Milza (cibi di natura neutra o tiepida, di sapore dolce, ideali per tonificare il jiao medio e per attivare le necessarie trasformazioni metaboliche degli alimenti).
I cereali (cibi “dolci” per eccellenza) sono i fondamentali tonici del Qi e andranno favoriti, affiancandoli ad alimenti tra cui scegliere in base alle caratteristiche del soggetto (carne, pesce, verdure…).
Sarà bene limitare, nel contempo, alimenti di natura fredda perché possono, invece, ridurre l’attività del jiao medio, con ripercussioni sul Qi di tutto l’organismo.
Da evitare quindi, per esempio:
- alghe marine vongole, chiocciole e lumache di mare
- yogurt
- germogli di soia e di bambu
- cetriolo, crescione, cicoria di campo, insalata belga, scarola, tarassaco
- pomodoro, melanzana
- anguria, banana, limone, pompelmo
Evitare, inoltre, i cibi che stimolano la discesa del Qi (sedano, ravanello, arancia, the…) e i cibi ad azione diuretica e lassativa (asparagi, cicoria di campo, cavolo, lattuga, melanzana, pomodoro, scarola, zucchina, kiwi, prugna, anguria, uva…).
Sarà bene preferire cibi cotti a cibi crudi, mangiare ad intervalli regolari pasti non eccessivamente abbondanti.
Un aspetto a cui la medicina cinese presta molta attenzione è il primo pasto del mattino.
In questo caso sarà da preferire una colazione cucinata, molto diversa, quindi, dalle abitudini mediterranee del “cappuccino e cornetto”.
Tra le “sane abitudini” che aiutano il Qi di Milza a rafforzarsi ci sono poi le seguenti semplici regole:
- masticare a lungo
- bere poco o nulla durante il pasto
- mangiare con calma, non in momenti in cui si è arrabbiati o agitati
- evitare pranzi e cene di lavoro che impegnano Milza su più fronti (Milza estrae il nutrimento dai cibi ma presiede anche alla riflessione e al pensiero)
- limitare cibi conservati e industriali
Sono piccole cose, ma possono fare grande la tua energia.
Autore: Laura Vanni
Laura Vanni è operatore tuina-medicina cinese con diverse specializzazioni. E’, inoltre, istruttore certificato SNaQ (sistema nazionale di qualifiche degli operatori sportivi adottato dal CONI) di qi gong e taijiquan stile Yang presso la Hung Sing Martial Arts Kung fu Academy. Precedentemente ha conseguito la laurea in sociologia e il dottorato in metodologia delle scienze sociali e politiche lavorando per circa 15 anni nel settore della ricerca sociale e di mercato. Ha scritto diversi libri divulgativi sui temi della medicina cinese, della meditazione e del qi gong.
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